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lunedì 26 maggio 2014

Clairely Monday: Popcorn Caldi e Pustole del Buongiorno

Il mattino ha l'oro in bocca, a meno che non abbiate fatto baldoria la notte prima: in quel caso potrebbe avere una malattia oro-genitale.


Buongiorno. Mi leggi? Sto parlando con te. Sì, con te che mi stai leggendo con quella faccia da Furby accoppato e scarico. Con quelle borse mi sembri uno Shar Pei nell'ultimo giorno della sua vita e se al momento non fossi occupata a immaginare popcorn caldi mi verrebbe voglia di sopprimerti. Dobbiamo fare qualcosa, non puoi andare in giro così. Ma soprattutto: Chi sei? Dove sei? Cosa caspita devi fare? Quanto ritardo hai maturato dormendo fino a quest'ora, e dove diavolo devi andare, messo che sia un luogo diverso da quello indicato con veemenza da tua madre? Il tuo modo di grattarti lascia presagire l'urgente bisogno di un candeggio in acqua e cloro, mentre gli enzimi della tua saliva hanno tutta l'aria di aver passato la notte cercando di tramutarsi in penicillina. Il quadro è tragico, come vedi. E in tutto ciò, tu hai solo voglia di popcorn. A dire la verità, pure io. Li facciamofacciamofacciamofacciamofafafafafafaaaaaaaa [...]   

Diretto esempio di come i popcorn caldi mandino in tilt le rimostranze mattutine della mia coscienza. L'unico aspetto controproducente è che non possono placare l'ira di tutti quelli che vi stavano aspettando in quel famoso posto dove dovevate andare. A quel punto, vi basterà seguire le precedenti indicazioni di vostra madre.

Come inizia la vostra settimana? Male, peggio o ancora peggio? In caso voleste compiere gesti di autoaffermazione quali il suicidio o l'accartocciamento di una parte del vostro corpo vi sconsiglio caldamente la linea Pistoia-Firenze: anche nel caso mi mandassero al diavolo, dovrei prendere quella uguale.

domenica 25 maggio 2014

Gonfiori Elettorali e Accidentale Menzione della Cacca

Oggi è il 25 di maggio, ed io mi sento gonfia di quel finto senso di potere che assurge in ogni qualsiasi elezione o votazione del più bel manichino d'Italia, sommandosi alle consuete smanie di conquista e costringendomi a scrivere questo breve post. Se il mondo fosse un'infinita distesa di culi, votare alle elezioni sarebbe un po' come assumere una supposta omeopatica, di quelle che lasciano sempre spazio al dubbio che avresti evacuato comunque e a prescindere dal fatto di averne (faticosamente) inglobata una. Didietrologie a parte, è sempre bello avere l'impressione di poter decidere, un po' come quando scrivi un post proponendoti di non nominare la cacca e accidentalmente finisci col nominarla proprio mentre accenni a questo tuo proposito. E non sarebbe una vergogna non andare a votare, vivere am Rand der Gesellschaft, infischiarsene altamente del proprio Paese? Non so al vostro, ma oggi pomeriggio (dato delle 14.00) l'affluenza al mio seggio era del 16%. 

Dove sono andati tutti?! 
A vergognarsi in qualche luogo triste e sperduto?! A vendere droga?! A fare porcherie con qualche malcapitata gallina?!

E' una vecchia storia, che idealmente si svolge così: 
<chi vota decide, chi non vota ci sta>
ma che, in linea pratica, finisce così:
<chi vota decide (di incendiare l'ano a chiunque non voti)>

Benché non faccia parte di quella risma di ossessionati per i quali politica ed elevazione umana stringono un rapporto di diretta proporzionalità, mi sento sempre obbligata a votare per una qualche sorta di rivendicazione del mio potere decisionale. Ciò non significa che debba necessariamente interessarmi a quello che succede in giro: il fatto che io lo faccia, e neanche tanto approfonditamente, è un optional che regalo alla mia coscienza. Ma, come tu hai un pene ed io una vagina, può anche succedere che io non abbia una coscienza e tu invece sì, e che io, in virtù di ciò, decida di non votare un bel niente fino alla fine dei miei giorni, se proprio mi va. La democrazia prevede anche di fare scelte poco democratiche, oppure di votare qualcuno semplicemente perché è garrulo, e il giorno in cui in Italia ci sarà abbastanza gente garrula da rendere nulle le urne vedrete l'ascesa di una nuova, gloriosa e feconda dittatura: la mia.

Vi lascio con questo magnifico ritratto di Papa Innocenzo X. 
Uno dei vantaggi della dittatura è che non dovrete votarmi. Roarrrrrrr









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