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venerdì 20 dicembre 2013

I 6 Paraculi Più Popolari

Ricordate la terrificante punizione impartita al very english Harry Potter nel corso di uno dei capitoli della saga?

Posto che scrivere su un foglio di carta e ritrovarsi con un'incisione sanguinante sul dorso della mano non sia la più incantevole delle esperienze, alcuni dei bugiardi che sto per elencarvi dovrebbero ASSOLUTAMENTE sperimentarla. Un dolore lancinante può avere sorprendenti proprietà inibitorie-salvo il caso di Elaine Davidson-e anche se non è molto, si può pur sempre sperare che questo impedisca a qualcuno di dire una cosa del tipo:
"Ma certo che ti amerei lo stesso anche se fossi povero e senza denti!"
senza esserne minimamente convinto.



In questo post ho individuato alcune tipologie di paraculo in cui, probabilmente, vi imbatterete nel corso del vostro soggiorno su questo enorme mappamondo inquinato et  maleodorante.

Anzitutto, facciamo un PRE-distinguo.

Quando si parla di contafrottole, ci si riferisce sostanzialmente a due categorie:
1) Il bugiardo classico*;
2) Il bugiardo ottuso. 
La differenza principale sta nel fatto che, mentre il primo può anche permettersi, ogni tanto, di cedere al fascino del male e smerciare baggianate per salvare il fondo schiena dalla gogna, IL SECONDO dovrebbe accuratamente evitare di farlo-anche se mosso da principi caritatevoli quali evitare che il culo di un tizio esploda.
                                                                     [BOOM]
Il motivo per cui costui dovrebbe tenersi a freno è che, ahimè, verrebbe scoperto comunque.
Sì, perché non sia mai che pensiate che tutti i paraculi possano permettersi di dire menzogne. Anzi: vuoi per lo scarso allenamento cerebrale di alcuni, vuoi per le inesistenti attitudini alla recitazione di altri, ai "bugiardi ottusi" va sempre tutto a puttane. Alcuni di loro (i più fortunati) neppure avvertono l'instabilità strutturale delle proprie bugie. Quelli che invece se ne avvedono, sono costretti a praticare uno sport che consiste nel rinforzare la precarietà della loro menzogna per mezzo di altre menzogne (solitamente molto suggestive, ma prive di quel mostro a tre teste chiamato verosimiglianza). Nonostante questo, il free climbing su vari tipi di specchi è misteriosamente in auge sin dall'alba dei tempi, quando il primo cliente della prima prostituta, colto in flagrante dalla legittima consorte, esclamò: "Oddio, che svista. Pensavo fossi tu".

Il desiderio di interrompere questa tradizione, come dimostrano le sei categorie sottostanti, è vivo quanto un topo dentro a un crotalo diamantino.

Almeno possiamo consolarci con il fatto che, per ogni frottola che ce la fa in barba, ce ne saranno, come minimo, altre due o tre che riusciremo a riconoscere e ad etichettare con il marchio della vergogna.

Tipo1• IL RITARDATARIO                          
Gestisce una vastissima gamma di bugie funzionali  alla giustificazione dei propri ritardi a lavoro, in famiglia, ovunque.
Al bugiardo ritardatario capitano spesso guasti alla macchina e sfortunate coincidenze quali: Temporali, che sopraggiungono al momento stesso in cui esce di casa; Ricoveri ospedalieri d'urgenza, poi misteriosamente risolti da un "non era niente" o da un suo derivato; La morte di un pappagallo domestico di cui nessuno aveva mai saputo nulla in precedenza; e così via.
Il suo difetto principale? Dire ogni bugia come se fosse l'ultima. Come se il ritardo, perenne e ostinato, non fosse l'unica cosa in cui è puntuale.
La versione ottusa di questa tipologia di paraculo è spesso bloccata in fila al supermercato il 25 dicembre, o comunque in occasione di tutte le festività in cui i supermercati sono chiusi.
Tipo2• IL LAZZARONE                                
Lui non ne ha voglia, è già tanto se se la inventa, una scusa.
Ci sono cose ben più importanti da fare, al mondo, che lavare mutande e uscire di casa per sbrigare inutili commissioni.
In un certo senso, lo si può capire: la vita spesso tende a trasformarsi in un'orrida routine fatta di obblighi e doveri. Se non si sta attenti, si viene intrappolati in una sorta di ciclo dell'acqua noiosissimo e ammorbante, in cui l'incubo peggiore è essere sballottati tra cielo e terra senza mai potersi godere una puntata dei Simpson. Il Lazzarone, angelo caduto, ne è miracolosamente uscito. Da allora, egli non sa più rinunciare ai piaceri della playstat vita, ed ha furbescamente espanso la propria immaginazione verso una realtà parallela, in cui svariati ostacoli lo trattengono dal portare a termine qualcosa.
I più sputtanati? Quelli con meno immaginazione.
Tipo3• IL FEDIFRAGO                                 
Questa categoria, più diffusa di quanto si pensi, non riesce a trattenersi dal fare il giochino del wurstel nella pignatta con almeno un'altra persona scelta a caso fra quelle che gli si pareranno davanti nel corso della vostra magnifica relazione. Per dirla in termini bancari, il Fedifrago è un correntista previdente: accumula amanti che, un giorno, frutteranno figli illegittimi e malattie veneree.**
Tipo4• IL FALSARIO                                    
Vive su internet, ove il suo scopo primario è quello di diffondere un’immagine della propria persona il più inautentica e distorta possibile.
Non particolarmente noto per l’avvenenza, è alto “un metro e settanta”, ha enormi iridi azzurro neon che migrano allegramente su e giù a ogni battito di palpebra, e alla prima ombra di dubbio riguardo le sue foto sfocate, tirerà in ballo il suo amore per Cézanne.
Tipo5• IL VANAGLORIOSO                           
Sì. Perché prima o poi incontrerete qualcuno che tenterà di accalappiarsi la vostra ammirazione millantando imprese sensazionali e trofei sportivi inesistenti. Non importa quanto siate bravi nel vostro lavoro, in cucina, o a strimpellare Beethoven col violino: ci sarà sempre qualcosa di più interessante, coinvolgente, formativo ecc ecc, che lui avrà fatto prima e meglio di voi. L'unica attività rimasta in cui eccellere è fare la cacca, ma prima o poi, credeteci, si fregherà pure quella.
Tipo6• LA DOLOMITE                                 
Complice un fegato particolarmente friabile, questo esemplare di paraculo è soggetto a fenomeni di intensa erosione interna.
Così come lo shampoo secco Fructis di Garnier maschera l'unto dei vostri capelli, la Dolomite è solita dissimulare la propria auto-erosione manifestando falsa benevolenza nei confronti dei soggetti che più detesta.
Nemmeno la più atroce delle offese può risultare troppo anomala se posizionata in poppa a una vela di Hello Kitty: Forte di questa convinzione, la  Dolomite esibisce i denti cariati di fronte a chiunque mostri abbastanza talento, o avvenenza, da minacciare l'equilibrio della sua (sanissima) mens; poi, con la stessa pacata nonchalance di chi sta imburrando una tartina, si mette a frustar fendenti. Finalizzati, come sempre, a sbudellare il soggetto odiato. Perché Belèn è fighissima, ma la sua mascella è vistosamente maschile. A parte questo e qualche piccolo dubbio sulla sua sessualità, però, è stupenda. Come tutte le altre escort. Anzi, ogni volta che si vedono in tv o per strada non si può fare a meno di pensare: "ma come faranno ad appiccicarsi tutto quel trucco sulla faccia ogni sera?"e si avrebbe voglia di scendere a complimentarsi con loro. LOVELOVELOVELOVELOVE ecc ecc. <3

*Lo so, fa molto "Dolce & Gabbana Parfums", ma si riferisce alla razza di bugiardo più scaltra. Quella dotata di sinapsi ottimamente stimolate, le cui bugie sono progettate con la stessa cura e minuzia di un aeroplanino Supermodel. Pensate che l'aggettivo "classico" alluda non troppo velatamente alla mia concezione ottimistica del mondo, riguardante un numero di persone intelligenti maggiore rispetto a quello di persone ottuse?
Avete ragione.
Io però, quando non ho lemiecose, sono una persona estremamente fiduciosa. Se siete arrivati fino a questo punto, lo sarete sicuramente anche voi.

**Il nostro Istituto garantisce efficaci opere di salvaguardia della salute tramite strumenti  affidabili e sicuri. La tecnologia d'avanguardia utilizzata dagli esperti del nostro entourage assicura un decesso lieto e immediato a chiunque intenda usufruirne per sé stesso o in favore di terzi. Il nostro Reparto Malattie Veneree si prende cura del paziente dal primo all'ultimo momento, regalando esperienze uniche e irripetibili come il trucco pre-morte e l'avvelenamento da muffa. Disponibile per voi entro dicembre il nuovo set "Tortura Medievale", completo di gogna, frusta e gabbia sospesa, scontato al 50% dal prezzo di listino.
Per maggiori informazioni e preventivi rivolgersi alla nostra equipe prenotando una visita gratuita sul sito
www.IstitutoperlaDiffusionedelleTecnichediMorte.org
Avviso a cura di IDITEM-Istituto per la Diffusione delle Tecniche di Morte
Via delle Fiaccole 30, 5000100 Oxford.



E voi, che tipo di paraculo siete? In quali e in quanti di loro avete sbattuto il mignolo?
Comunicatemelo qua sotto! Oppure mandatemi un bonifico bancario, scegliete voi.
IT78H07566662090008007$379
Vostra affezionata,
Claire 

domenica 1 dicembre 2013

CHIARimenti (e Cambiamenti)

Claire non è Chiara. Sono due entità distinte. Questa sezione è sua. Chiara è la Regina e si occupa dei racconti. Io sono la Segretaria e faccio quello che mi pare. Ecco, siamo in tre. Fine dei CHIARimenti.

Passiamo ai Cambiamenti:
Avrete sicuramente notato la nuova grafica del blog e, diciamo, quelle quattro o cinque finestrelle in più sotto alla striscia con su il mio faccione. Bene, la prima è soltanto per fingere che questo sia un sito serio.
La seconda è una scusa vagamente dozzinale per parlare di  [CENSURA], di [CENSURA] e di [CENSURA]. In poche parole, d'amore. Ma anche di tutto il resto: cadaveri, dinosauri, la vita di tutti i giorni, Kurt Cobain che risorge e inizia a installare parabole sui tetti...
La terza è lì perché non è giusto che a questo mondo si parli soltanto di [CENSURA]. Perché non basta solo parlarne, se ne deve anche raccontare.

La quarta, invece, è lì perché sono fica*. Pure quando imito inconsapevolmente questa tipa qui:



...che, a sua volta, sta inconsapevolmente imitando quest'altra tipa qui.

La quinta...che ve lo dico a fare? Farsi pubblicità sul proprio blog è talmente cheap che non potevo assolutamente tralasciare. Quando si tratta di farsi pubblicità io, Segretaria, sono un vero asso del marketing. Infatti, ho compreso appieno il significato di "gadget" e di "lettori fissi" dopo soltanto sette/otto mesi dal giorno in cui ho iniziato 'sta roba. Applauso a me, e non dimenticatevi di unirvi al mio blog!

*Quando dico che lo sono, intendo dire che lo siamo, ma il pluralis maiestatis viene spesso erroneamente frainteso e quindi non lo uso-usiamo. Un po' come Dio, che qualcuno dice sia una trina al maschile e nonostante questo, con noi tre parla sempre al singolare.

Con immenso affetto e dedizione,

La Segretaria.

lunedì 18 novembre 2013

Clairely Monday

E come ogni settimana a partire da quando sono state inventate le settimane, anche questo lunedì è arrivato.

Le previsioni meteo dicono pioggia più o meno ovunque; questo, probabilmente, darà un sostanzioso contributo in materie prime agli omini invisibili che, là sotto, stanno edificando i miei testicoli.
Sì, perché il lunedì è il giorno in cui, pur di avvertire il meno possibile la morsa delle incombenze settimanali, mi trucco a letto e faccio colazione a letto. Se esistesse un modo per non bagnare le coperte e contemporaneamente non morire tenendo acceso lo scaldasonno, il lunedì mattina mi laverei a letto. Odio talmente il lunedì che quando arriva il momento di discendere dal capezzale per fare qualcosa di diverso dal lavorare, mi porto dietro il cuscino e, in sporadici casi di ostinazione, pure la coperta. Dio non può scatenare la pioggia in un giorno simile, se veramente mi ama. Se proprio dovesse farlo, almeno potrebbe mandare qualcuno a prepararmi la colazione. Uno qualsiasi, che ne so, un aspirante schiavo, una scimmia girovaga. Orlando Bloom.
Credo che fare colazione con qualche crepe fatta da Orlando Bloom potrebbe significativamente migliorare la mia percezione del lunedì. Anche vincere una somma al gratta e vinci senza averci giocato, però. Ora che ci penso, io credo nella teoria della compensazione. Quindi, Dio, che aspetti a far piovere?

mercoledì 13 novembre 2013

sabato 28 settembre 2013

FF#1, CAP 5: SOTTERFUGI

~Capitoli Precedenti~
1.Stupido Libro!
2.Claire, Carlo e i Verdoni
3.Rio Verduzzo
4.Notte Selvaggia

A seguito di una breve ma intensa esperienza di pre-licenziamento, la voce dell'assistente aveva sviluppato la tipica inflessione imperturbabile di chi gioca a poker in compagnia di un ricco e influente mongoloide. Era come se sul suo contratto troneggiasse una speciale clausola invisibile, che gli imponeva di accogliere le più assurde e strampalate richieste senza tradire la benché minima emozione. Sapeva che, nel caso in cui gli fosse stato chiesto di dare un'occhiata alla foto di un neo peloso o di controllare se nei pressi di Oxford fosse magicamente spuntato un vulcano, avrebbe dovuto sostituire un istintivo "cacchio ma sei normale" con altre quattro parole.
"Un campo da golf" ripeté in modalità asettica. "Certo che ho controllato. E' la quarta volta. Ha bisogno di una mappa, Signor V?".
In tutta risposta ricevette un telefono in faccia.

Stava per prendere parte all'inaugurazione della quarantesima università di Oxford, eppure si sentiva stranamente turbato. Era come se la gente, le strade e lo stesso nome della città fossero stati accartocciati in qualcosa di deforme e anormale. C'era un vulcano ansante al posto di un campo da golf, e a nessuno, dico a nessuno, sembrava strano che il Tamigi avesse un nuovo affluente-le cui acque, per giunta, avevano lo stesso aspetto dello strutto liquido. Oh, aveva deciso: non che non fosse un onore essere stato chiamato a partecipare a un progetto sul cinema internazionale-e per di più, aveva messo il faccione su un bel pacco di locandine-ma se la sarebbe svignata non appena terminato il discorso.
Fece per richiamare l'assistente, ma fu interrotto dall'approccio di un distinto signore in barba e tunica grigiastri.
"Salve. Onorato di fare la sua conoscenza" disse questi in modo un po' sbrigativo. Si accompagnò con un accenno di riverenza tanto lusinghiero quanto datato. Subito dopo, con un gesto gentile, lo cinse delicatamente e lo avviò verso il corridoio. "Prego, da questa parte."
Il Signor V lo seguì, rassegnato a farsi mostrare l'ennesima disposizione di mirtilli e frutti di bosco ispirata alla Regina o alla bandiera inglese, ma improvvisamente i suoi piedi inciamparono in qualcosa di viscido e lamentoso.
"Ecco che cosa succede a rimanere indietro, Gorg" mormorò il signore barbuto, sollevando una specie di piccola lucertola da terra e agitando l'ossuto dito contro di lei. "Resta sulla mia spalla, o procedi al mio passo!"
Il Signor V decise di fermarsi a riflettere un attimo, l'espressione dubbiosa ancora più turbata e gli occhietti puntati ora sul suo accompagnatore, ora su quello strano rettile da compagnia. Gandalf, che stava proseguendo, tornò immediatamente indietro a recuperarlo.
"Mi scusi" intervenne, toccandolo. Mise in mostra la dentiera grigia, preoccupandosi di avere un aspetto rassicurante. "Non penso di essermi ancora presentato. Sono..."
"Ma certo!" lo fermò lui, colto da un'illuminazione rincuorante."Lei ha recitato in Harry Potter. Oh, ma come ho fatto a non riconoscerla?"
Gandalf sghignazzò falsamente, sforzandosi di ignorare un improvviso e irrefrenabile senso di prurito alla nuca.
"Mi stavo chiedendo se potessimo scambiarci quattro chiacchiere in privato, su questioni, ecco, di lavoro."
Gli occhietti del Signor V si spalancarono di soddisfazione. Un collega con cui parlare di lavoro, e magari realizzare un progetto. Finalmente uno sprazzo di normalità.
"Certamente. Ho giusto una ventina di minuti prima del discorso del Rettore. Farò un mio intervento, forse ha saputo dalle locandine..."
Si allontanarono dalla folla, lungo l'immenso corridoio che portava ai piani superiori.
"Mi piacerebbe mostrarle l'Università, mentre parliamo."
"Con immenso piacere, Signor Silente!"
"Ah-ah-ah-ah! Lei è davvero spiritoso, sa?"
Le voci si dissolsero gradualmente nel brusio generale, poi, durante i primi applausi al discorso del Rettore, vi fu il suono lieve e ovattato di una chiave che chiudeva una serratura. Vi fu anche un principio di urla, e un silenzio di tomba quando gli applausi si spensero e l'esimio Carlo Verdone venne invitato a parlare.



Luigi Colla, proprietario dell'Emporio Superstucco, era anziano quanto un fossile di dinosauro ed erano in molti a pensare che stesse ormai per tirare le cuoia. La lucidità mentale, si diceva, gli aveva dato il primo, definitivo segnale di abbandono quando aveva deciso di assegnare al figlio Lucien la gestione del patrimonio e dell'intero Emporio. Lucien era ritenuto un inetto da circa metà della clientela in possesso di piene facoltà mentali. L'altra metà si limitava, occasionalmente, a ridere sotto i baffi mentre questi arrancava da un ripiano a un altro, solitamente dopo aver sbattuto gli stinchi o il nervo occipitale contro qualche angolo recondito del magazzino. Si raccontava che, addirittura, fosse stato circonciso in seguito a uno di quegli incidenti, e che da allora si comportasse in modo ancora più schivo e bizzarro. Quella notte, ad esempio, indossava una ridicola mantella verde con il cappuccio alzato, e si trascinava appresso una grande borsa da donna a motivi floreali. L'andatura tremante e malferma tradiva la risolutezza ostinata di qualcuno che voleva indietro le proprie parti basse e, al contempo, cercava disperatamente di non farle suonare.



I minuti che avevano preceduto le minacce efferate e gli scherzetti magici erano stati dolci e passionali, ricordò. La Signorina Claire lo aveva invitato a cena da lei e gli aveva preparato una deliziosa zuppa di fagioli. Successivamente, l'appuntamento aveva preso le sembianze di un film horror dagli accenti trash, e sarebbero passati dei mesi prima che potesse interamente riprendersi dallo spavento.
Quella mattina, LEI era tornata a reclamare il malloppo.
Ciò che i clienti avevano scambiato per una crisi improvvisa di pianto isterico era stato, lo aveva capito, un subdolo tentativo di azzannarlo al collo. Grazie ai pronti riflessi era riuscito a tenerla buona regalandole un barattolo di vernice viola e mollandole una frase di circostanza, ma sapeva che non le sarebbe bastato. Avrebbe dovuto pagarla, darle tutto quanto.
Era il solo modo per liberarsene, e l'unico che gli avrebbe restituito la sua cara dignità mascolina.
Gli era rimasto soltanto il coraggio.
Si acquattò tremante, oltrepassò il viale, urlò a causa della vista di una cimice e si avviò sul retro della casa, deciso ad abbandonare la borsa in un angolo del giardino pur di non trovarsi di nuovo al cospetto di Satana. L'ampio salotto era acceso di luci al neon, che Claire aveva fatto installare appositamente per le lezioni, immaginò, e la musica techno si accorpava a vari rumori di fondo, tra cui le esclamazioni sudaticce di un paio di attempati neo-allievi.

"Un-due! Un-due! Muovi quel bacino dottore, HOP HOP!"
"N-non ce la facc..."
"Certo che ce la fai! Andiamo, stira il polpaccio, così!"

Approfittando delle urla di dolore di uno degli allievi, riuscì a far passare la borsa attraverso una finestra semiaperta. Sgattaiolando via, imprecò per aver urtato un rastrello e zoppicò nuovamente verso l'Emporio Superstucco.
Aveva un sacco di barattoli da risistemare.

martedì 24 settembre 2013

Esibizionismo Sessuale: La Mia Esperienza e Riflessioni

Chi mi segue su Facebook lo sa: sabato scorso mi sono trovata davanti agli occhi il disgustoso fallo di un pervertito. Non è per lui che sto scrivendo questo post, ma per tutti coloro che rischiano di trovarsi in situazioni simili senza sapere come comportarsi. Ne parlo perché, nonostante nemmeno io sapessi esattamente che fare, ero perfettamente conscia di quello che, invece, non dovevo fare.
Ne parlo perché non pensiate che fatti del genere siano prerogativa esclusiva delle belle donne, che seppur vessate da ammiratori cafoni, insistenti, ripugnanti e via dicendo, sono vittime di potenziali molestie tanto quanto il più orrendo clone di Anghela Merkel.
Per chi si comporta in questo modo, infatti, l'aspetto fisico è rilevante quanto mangiare un pistacchio al posto di una nocciolina, e spesso si commette l'errore di accomunare atti di vera e propria perversione agli approcci fastidiosi, ma fondamentalmente innocui di un semplice maleducato.

E' andata così: ho preso il treno delle diciannove, assorta tra messaggi di chat e piani vari per la serata. Ho deliberatamente ignorato quel ragazzo che, fissandomi, si era seduto dall'altra parte della fila: essendo una strafic una bella ragazza, mi capita spesso di essere guardata. Quella sera ero in uno stato d'animo di particolare indifferenza, e con ogni probabilità è stato questo a incoraggiare il maniaco che, ponendomi domande prese a caso dalla lista dei "Tanto per Domandare", ha approfittato del fatto che avessi spostato la borsa per sedersi direttamente al mio fianco. Sono rimasta impassibile, per me si trattava del solito ragazzetto con la bava alla bocca.
Alla fermata successiva, dopo lo svuotamento del vagone, il bavoso si è alzato e ha voluto porre alla mia attenzione il suo rivoltante membro violaceo. Non riuscendo a nascondere la mia irritazione sono corsa a chiamare il capotreno, denunciando ad alta voce ciò che mi era accaduto e mettendolo in ridicolo di fronte ai passeggeri appena saliti. Il bavoso è malauguratamente riuscito a fuggire.

Premettendo che quando l'ho raccontata l'ho buttata sul ridere, sappiate che il tizio con il quale ho avuto a che fare potrebbe tranquillamente essere affetto dalla parafilia conosciuta come esibizionismo.

Si tratta di un disturbo mentale che si manifesta soprattutto in soggetti giovani, che provano piacere mostrando i propri genitali a sconosciuti non consenzienti. Lo scopo di tale atto è provocare un disagio importante, ed è tale disagio ad innescare un piacere tanto più appagante quanto più sconvolta è la vittima. Qualsiasi episodio di violenza nei confronti di una donna, dal meno scioccante allo stupro, è dettato da meccanismi del tutto simili: uomini che si compiacciono della paura e della sottomissione, uomini che vogliono annullare le donne per godere del fatto di averle umiliate.

Si parla spesso di "corsi di autodifesa per donne", ma non siamo in Charlie's Angels, e a meno che "autodifesa" non significhi "superpoteri", ritengo la cosa abbastanza inutile. Ciò che è veramente utile in questi casi, è avere un atteggiamento che non permetta a questa feccia di trarre piacere dal proprio disagio.
Ostentare sicurezza, è il mio consiglio. Mantenere la calma e, se non vi si riesce, spazientirsi piuttosto che farsi vedere impaurite.

Questo ho cercato di fare, e lo stesso raccomando a voi.

Fatemi sapere che cosa ne pensate.

Vostra affezionata,
Claire




 

venerdì 20 settembre 2013

FF#1, CAP 4: Notte Selvaggia

~Capitoli Precedenti~
1.Stupido Libro!
2.Claire, Carlo e i Verdoni
3.Rio Verduzzo

Nei suoi rispettosi e imponenti cinque piani, l'Emporio Superstucco vantava la più vasta fornitura di vernici e affini dell'intero continente. Lucien, figlio dell'anziano proprietario e capocommesso, si sentiva piuttosto fiero di come stessero andando gli affari. Con le gracili braccia trasportava un'alta fila di barattoli impilati, diretto allo scaffale vuoto più vicino. Il cappellino con le antenne, ciascuna delle quali terminante nelle scritte in polistirolo "SUPER" e "STUCCO", ne faceva un ibrido fra un commesso del fast food e una formichina stanca e affaccendata.
Si fermò un attimo a studiare la disposizione artistica che avrebbe adottato, poi inciampò sul suo stesso piede e fece rotolare qualche barattolo sul pavimento. Fortuna che c'era soltanto lui. Avere le chiavi dell'Emporio gli consentiva di sistemare la nuova merce in tutta tranquillità durante la notte, senza doversi sorbire gli sguardi compassionevoli e le risatine soffocate dei clienti. Non era certo un atleta olimpionico, ma si riteneva comunque abbastanza prestante, nonostante la maldestraggine. Quest'ultima, sosteneva, era quasi interamente dovuta alla sua grande emotività e sensibilità artistica, che spesso lo rendevano distratto. Come quella volta che la signorina Claire lo aveva invitato per cena e lui era stato ricoverato d'urgenza per aver urtato contro lo spigolo di uno scaffale. Ancora inorridiva  ripensando a ciò che era successo alle sue parti basse. Certo, essersi accidentalmente autocirconciso era stato doloroso, ma era pur sempre meno temibile di ciò che gli era accaduto dopo, in compagnia di quella strega spaventosa. Si chinò a raccogliere il primo barattolo. SQUIKIIII.


 Si piaceva moltissimo con quel look. I capelli alzati dal vento, nonostante si trovasse in un ambiente chiuso, la lieve sfumatura shatush molto di moda, gli occhi truccati pesantemente e accesi di una luce rossastra, quasi stesse indossando lenti a contatto colorate. Stava ridendo con le sopracciglia aggrottate, cosa che fino a quel momento aveva ritenuto impossibile fare e, mentre i volant dell'abito rosso serpeggiavano come lingue di demonio, il suo indice, ornato dall'anello d'oro, era teso a indicare una zona precisa del corpo di un piccolo ometto impaurito. Si chiedeva perchè se ne stesse acquattato in un angolino a strillare, quando poteva avere il privilegio della compagnia di una tale sventola. Attualmente, era troppo presa dai particolari del corsetto per accorgersi che la punta del suo indice stesse emettendo scintille infuocate e che l'uomo, i pantaloni color topo abbassati, avesse d'un tratto una deliziosa scimmietta giocattolo fra le cosce.



"AHAHAH! PROSTRATI AL MIO POTERE, SCIOCCO!" si sorprese a gridare, maleficamente divertita. "QUESTO E' CIO' CHE ACCADE A CHIUNQUE OSTACOLI IL MIO REGNO!"
Era come rivedersi in un film. Se ne avesse mai fatto uno, s'intende.
Entusiasmata, spostò lo sguardo sul suo meraviglioso indice ammirandone l'unghia rosso fuoco, la cui punta stava lanciando un ennesimo dardo lucente. Immediatamente, la scimmietta si tramutò in un'adorabile paperella di gomma. Si lanciò in un'altra risata sguaiata, quasi commuovendosi di fronte al fatto di non essersi macchiata le guance di rossetto nonostante il vento le scompigliasse così violentemente i capelli.
L'uomo lagnoso, intanto, tentava di riallacciare i pantaloni, ma chiudere l'ultimo bottone lo costringeva a comprimere la paperella.
SQUIKIIII.
Lei lo afferrò per il cravattino, anch'esso color topo, digrignò un sorriso compiaciuto e sussurrò:
"Ci siamo capiti, spero. Voglio tutto quanto, o rimarrai così per sempre."
Gli occhi dell'ometto si dilatarono in uno sguardo di puro terrore.
"Oddio!...m-ma sì, ovviamente! Al più presto!"
 Certo era una sventola perfida e malvagia, ma il rosso le donava. Le sarebbe proprio piaciuto sposarsi in rosso. Ancora non aveva terminato di ammirarsi, quando udì una voce. Proveniva da un punto invisibile, in lontananza.
"Claire..."
Si rigirò, avvolgendosi la testa con le braccia e mugugnando sillabe scocciate.
"CLAIRE!"
Di malavoglia, aprì gli occhi. "Oh. Ciao tesoro...si può sapere che cosa vuoi? Stavo facendo un bellissimo sogno..."
Gandalf si riassestò il cappello da notte e le scoccò un'occhiata pungente. "Volevo domandarti una cosa, ecco. Hai forse, diciamo così, tramutato le parti intime di qualcuno in una...paperella?"
Trascorsero due, tre secondi, poi le sopracciglia di lei si inarcarono in un'espressione considerevolmente ottusa.
Lo stregone sbattè le palpebre, cercando di scandire bene le parole. "Claire, ascoltami. Le-parti-intime. Di qualcuno. Le hai per caso tramutate in una qualche, ecco... paperella?"
Fare domande del genere a quell'angelo della sua metà era più o meno equiparabile, se ne rendeva conto, a chiedere a John Malkovich di fare un plie.
Claire, che stavolta pareva aver colto il senso della frase, scosse la testa e sorrise come una specie di cane ammaestrato.
"No, no...Io-io stavo solo dormendo!"
Gandalf sospirò, sollevato. "Sai, non so neppure perchè diamine te l'abbia chiesto, Claire. Mi sono svegliato con una vocetta in testa che mi pregava di farti questa domanda assurda. Oh, ma ero sicuro che non fosse accaduto niente."
Le si avvicinò, accarezzandola sulla fronte in modo romantico.
Lei lo ignorò. "Gandalf, niente treccine stanotte. Ho troppo sonno..."
Rimase deluso. Ormai erano mesi che lei non gli accarezzava la barba.
I preparativi di nozze stavano andando per le lunghe. Per Claire non era stato facile gestire le lezioni di auto-massaggio, ma vi era riuscita comunque. Aveva persino organizzato le solite escursioni in montagna con gli allievi, e tutte quante erano andate a buon fine-eccetto, purtroppo, quella di quel pomeriggio, in cui aveva forgiato accidentalmente un anello di puro male.*
Distolse lo sguardo dalla chioma di lei, così lucente e dorata che quasi illuminava la stanza buia. L'aveva convinta a separarsi dall'Unico Anello in poco più di quattro ore, e senza nemmeno usare il bastone. L'indomani lo avrebbero distrutto nello stesso vulcano dal quale era nato.

Nonostante l'astinenza da treccine, gli piaceva condividere il letto con Claire. Amava osservarla mentre dormiva: pareva una santa, a splendere beata di una luce così placida, così aurea! A dir poco incandescente, ebbe a notare, come i falò delle bieche Terre Selvagge. Riflettè per un momento.
Dovette ammetterlo, c'era qualcosa che non andava.

Due minuti dopo, discutevano animatamente sulla soglia.
"Mi avevi promesso che non lo avresti più toccato fino a domani mattina! Sei stata una sciocca!"
La voce di Claire affettava l'aria come la lama di un coltello. "Ah sì?! Scusami, scusami tanto se a me piacciono i gioielli veri!"
"Che cosa vorresti dire, che forse il mio anello di fidanzamento non era abbastanza?!"
"AHAHAHAH! Chiediti piuttosto perchè abbia voluto indossarne uno decente per almeno una notte! Perchè QUELLO CHE MI HAI REGALATO TU era un portatovagliolo, Gandalf!"
La ragazza fissò in maniera truce la fede dorata che poco prima risplendeva al suo indice, ma che adesso era in mano allo stregone.  "Per noi avevo in mente un matrimonio serio, sai?! Dico, un PORTATOVAGLIOLO!"
Gandalf cercò di ignorare l'improvviso prurito alla nuca. "Tu non capisci! Si sta già impossessando di te! Non possiamo aspettare domani, dobbiamo distruggerlo immediatamente!"
Lei tirò su col naso. "Ma io l'ho già distrutto!"
Il vecchio sbuffò. "Non...!" prese a dire, grattandosi furiosamente. "Non sto parlando di quel maledetto portatovagliolo!"

"Beh, allora non voglio che tu lo distrugga" replicò lei. "Si tratta del MIO anello! Ho intenzione di tenerlo."
Gandalf si irrigidì. "Questo anello è stato forgiato con il solo scopo di creare TUMULTO e DISSIPAZIONE!"
"Questo anello", si oppose Claire, "è stato forgiato da ME per puro caso, e non lascerò che me lo rubi!"
Con un grido insopportabilmente acuto si avventò su Gandalf, tentando di strappargli dalle mani il piccolo tesoro. Vi furono un paio di "Aah", un bel po' di "Ooh" e uno o due Do di petto, poi il silenzio.

Il corpo svenuto di Claire fu trascinato dentro casa, accompagnato dal borbottio sommesso di una o due parole che potevano classificarsi sia come antica formula di benvenuto in dialetto orientale norreno, che come imprecazioni fatte in mancanza dei denti davanti. Le avvolse una garza intorno alla testa e si affrettò fuori, sbattendo sonoramente la porta dietro di sè.


IL PROSSIMO CAPITOLO FRA UNA SETTIMANA...
Non osate perdervelo! Sono alle porte sviluppi piuttosto interessanti. 

Grazie per avermi letta <3

Claire.

*Durante la pausa-riposino si era avventurata sul Monte Fato, aveva trovato uno stampo già carico di oro fuso a milleccentosessantagradi e, per sbaglio, vi si era seduta sopra.




lunedì 2 settembre 2013

SHE'S BACK

Ph: Matteo Innocenti
Per l'intera gallery CLICCA QUI
oppure visita il sito http://matteoinnocentiphotography.zenfolio.com/

Fra una cosa e un’altra, in effetti, non è mai veramente stata qua, Ma ha detto che si sforzerà di aggiornare blog e fanpage a scadenze regolari. Il che suona ancora piuttosto vago, ma è pur sempre meglio di niente.

Comunque, se ve lo state chiedendo, io sono la Segretaria.
Sì, perché una Regina non ringrazierebbe mai i suoi sudditi tramite schiere di cuoricini come si dà il caso che io stia per fare.
Una Regina fa cose tipo sorridere, ricamare, scrivere post sconclusionati, emettere leggi sanguinarie, interpretare ruoli all’interno delle storie di un blog.
Figuriamoci se dedicherebbe due righe a una manciata di fan*, magari così imprudenti da farsi più di un bagno all’anno e, probabilmente, anche convinti che non siamo più nel diciottesimo secolo e che mosche e pidocchi non si uccidano a morsi bensì spruzzandoci qualcosa sopra.

Giusto per chiarire, che io non sono lei. Io sono soltanto la Segretaria, e questo significa che mi è permesso dimostrare affetto anche nei confronti di soggetti che non siano cani o cavalli. Perciò:

*Qualora non fossi ancora un fan, fa' finta di niente e clicca "mi piace" qui https://www.facebook.com/ChiaramenteFittizio?ref=hl
Non dimenticate di diventare fan di Matteo che, oltre a essere un figo**, è anche un ottimo fotografo:
www.facebook.com/matteoinnocentiphotography

La Segretaria.


**Caro Fidanzato,

a parte che 'sta cosa l'ha scritta la Segretaria e non io.

In secondo luogo vorrei ricordarti che nella Scala Claire il Figo sta sotto al Figone, e che in ogni caso tu ti trovi al di sopra dei Figoni, non so ancora in quale denominazione tassonomica fatta di prefissi come "stra", "mega", "sedere perfetto"(anche questo è un prefisso) e di epiteti volgari incorniciati da cuoricini ( ne parleremo più avanti).

Non mi lamenterei fossi in te.

Claire xxxo

Ps.Ho buttato la fila di candele profumate sotto alla mia parte di letto. Lo so, caro, ho capito subito che doveva essere una sorpresa da parte tua e credimi, mi si è riempito il cuore quando per caso le ho trovate, ma l'odore non era granchè. Troppo speziato, lo si sentiva anche senza accenderle. Magari, che so, erano a base di ingredienti naturali e sono andate a male. Anche se la marca non mi suona nuova, sai? Poi chissà che vuol dire, TNT. Tutto Nuovo Tonto?
Ahah. Sono davvero spiritosa. 


martedì 18 giugno 2013

NaHCO3

Al termine di una faticosa giornata di lavoro. 

I piedi, immersi in un misto d'acqua e bicarbonato.

La faccia, coperta di un composto chimico ormai solido, insospettabile omaggio di un angolo dimenticato del mio beauty.

Ancora il sorriso sulle labbra, riflesso condizionato di una giornata di sorrisi.

Ancora il sorriso, quello di chi ha comunque ottenuto qualcosa:

Vesciche. E il cuore di un amico.


martedì 7 maggio 2013

FF#1, CAP 2: Claire, Carlo e i Verdoni

"Fancy Readers dilecti mei, hic est capitulum secundum interessantissimis atque divertentissimis narrationis. Hunc post* et post** precedentem cum diligentia legite, altrimens cazzia vestra."

Carissimi Fancy Readers, mentre leggevo una pergamena latina del 220 d.C. sono incappata per puro caso in questa antica massima che consiglia la lettura di questo post completo del suo CAPITOLO PRECEDENTE. Fossi in voi asseconderei gli antichi romani, in fondo loro di robe strane se ne intendevano eccome.

*Vi starete chiedendo che cosa significhi "post" in questo preciso contesto. Significa post.
**Anche questo "post", significa post.
UNA RELAZIONE PERICOLOSA
CAPITOLO DUE:
CLAIRE, CARLO E I VERDONI
  

Lesse attentamente. Claire era pur sempre un nome piuttosto popolare, specialmente nel mondo del marketing: si rammentava, ad esempio, i surgelati Mon Claire, i vini Clairette, il detersivo Chante Clair e svariati altri titoli di componimenti di cui il più poetico aveva a che fare con la luna e negli ultimi tempi, con i film di una tipa gracile dalla mandibola in terza classe.

METTITI NELLE MANI DI CHI TI CONOSCE DAVVERO...
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"Bizzarro come annuncio" riflettè la vecchia, che dal canto suo non usciva mai di casa senza un dizionario di quattro chili infilato nella borsa. "In effetti sapevo che la signorina Claire tenesse dei corsi, ma non pensavo si trattasse, ecco, di roba di questo genere...". Cincischiò con l'ultimo bottone del golf desiderando cambiare argomento.
Ripensò alla sfuriata precedente e, d'un tratto, tossì in una risata sguaiata. "Come-com'è che hai detto, scusa? PERLUSTRARE il suo corpo?".
L'uomo vestito di nero diventò tutto rosso.


Mammifero di alta classe, era lui. Infinitamente piccolo era, e infinitamente potente. Una coda, aveva, e tanti denti spaventosi che sbranavano pesci. In mancanza di pesci andavano bene anche le caccole. Si trovava bene con le caccole, le caccole erano appiccicose ma saporite. Più si leccava e più si sentiva lui stesso, una caccola. Aveva dormito un po' stretto, sai cosa. Adesso tutto meglio, anzi forse anche dimagrito, lui.
Un fazzoletto grigio iniziò gradualmente a spostarsi lungo il camminamento all'angolo dell'Emporio Superstucco. Acquisita una certa sicurezza, rovesciò un bidone vuoto schiantandovisi sopra come un proiettile. Seguì una serie di imprecazioni a proposito di una ballerina porca di nome Giada. Ci furono dei passi, e il fazzoletto scomparve.
Non vedeva più niente, lui, cieco era diventato! 
"Gorg?"
Gorg? Tanta bellezza non poteva vedere! Giada ballerina!
Il vecchio Gandalf corrugò la fronte. Con un sospiro di ribrezzo, srotolò il tessuto facendo presa sui lembi esterni. All'improvviso vedeva di nuovo, lui! Ma com'era potuto succedere?
"Eri avvolto in un fazzoletto, stolto!" tuonò Gandalf, ma si addolcì subito dopo, trattenendo un ghigno. "Ehm...hai forse iniziato a leggere Dylan Dog?"
L'esserino aveva i minuscoli artigli, gli arti superiori e le gambette ricoperte da una sostanza gelatinosa oltremodo sospetta; tuttavia pareva felice di potervi passare la lingua, incurante o forse, non totalmente consapevole di ciò che gli era accaduto. Parte della coda gli era rimasta incollata alla stoffa e l'impressione generale era quella di una frittella schiacciata. Dylan Dog. Due o tre aveva letto, a casa della donna Eugenia.
"Chi è, quella che ti ha ridotto in questo stato?" Quale stato?
Gandalf evitò di menzionare i dettagli. "Sei un po' sbiadito, ecco tutto." Si concentrò e lasciò alla magia il compito di staccarlo dal fazzoletto. Gorg non volle farsi fare altro, e chi era lui per privarlo della contentezza di essere ricoperto di muco? Nonostante tenesse a lui, il perfido Carlo lo aveva abbandonato per strada, credendolo morto per spiaccicamento* all'interno di un dizionario. Per fortuna il corpo del mostriciattolo era notevolmente elastico e, come in tutte le creature orrende e immonde che si rispettino, il soffio vitale non lo aveva abbandonato se non per il breve periodo di tempo in cui era svenuto.
L'amico Gandalf era arrivato un po' troppo presto. Ancora non avevano fatto niente, Carlo e lui. La vecchia li aiutava, ma solo perchè pensava che stavano in un film.
Il mago corrugò la fronte per la seconda volta, ringraziando il cielo di non essere ancora vittima di demenza senile. Che razza di rimbambita avrebbe potuto rendersi complice di un assassino con una giustificazione tanto irragionevole?
Nel frattempo, Gorg aveva strappato un poster dalla parete accanto e lo aveva accartocciato in una specie di giaciglio.
Carlo assomigliava molto a uno che girava i film, sai cosa. Un come si poteva dire, un artista.
Un lampo nitido attraversò la mente del vecchio, andando a stimolare in particolare quelle aree di corteccia destinate alla messa a punto di strategie efferate. 
"Gorg?"
Gorg?
"Chi è il tizio?" chiese Gandalf, lo sguardo apparentemente disperso nel vuoto. La creaturina allungò un artiglio e con fare solerte, indicò sotto di sè.
Di un azzurro duro e limpido, gli occhi dello stregone vedevano al di là di ogni cosa. Carpivano ogni menzogna, sapevano distinguere il bene dal male e scomporre un raggio di sole in sette tonalità sgargianti. Spesso contemplavano l'infinito, ma questa volta furono costretti a focalizzarsi su di un poster accartocciato che ritraeva il volto di un uomo, anch'egli di nome Carlo, ricoperto di muco e con in bocca un sederino verde. 
Carlo Ver qualcosa, diceva la scritta in lettere rosse.
E così, c'era un altro Carlo.
Gandalf potè accorgersi della straordinaria somiglianza solo dopo aver tolto Gorg dal centro del poster e, con grande rammarico della sua tunica, ripulito il pezzo di carta per renderlo di nuovo leggibile. Si trattava dell'inaugurazione di una nuova università, e il tizio avrebbe presenziato in quanto ospite illustre. La data era vicina, un bel colpo di fortuna. Rimestò con l'indice nella tasca della tunica ed estrasse un anello d'oro lucente, ben ventiquattro carati. L'incisione più o meno diceva:
 Ash nazg durbatulûk, ash nazg gimbatul, ash nazg thrakatulûk, agh burzum-ishi krimpatul!
"Gandalfuccio e Piccola Claire insieme per sempre!" aveva tradotto scherzosamente Claire il giorno in cui lo aveva portato a casa, mentre il volto di lui si contraeva in un misto fra panico e sbigottimento.
"Questo...questo non è l'anello che ti ho dato!"
"Oh, ma è molto simile!" aveva detto lei.
"Io non trovo affatto."
"E' oro a ventiquattro carati, Gandalf!" ammiccò Claire, rigirandoselo tra le mani. "Non ci crederai mai..."
"Fammi indovinare" la interruppe Gandalf. "eri fuori per un'escursione con il gruppo di auto-massaggio, durante la pausa riposino vi siete avventurati in due o tre sul Monte Fato, ti sei seduta per sbaglio sullo stampo già carico di oro fuso a milleccentosessanta gradi e hai casualmente forgiato l'anello?"

Era andata esattamente così. Gandalf era uno stregone tanto potente da conoscere ogni cosa ancor prima che lei la dicesse, ed era soprattutto per questo che Claire lo trovava così fascinoso. Il fatto di essere stato costretto a lasciarla riusciva ancora a farlo imbestialire, abbastanza da sferrare una bastonata in direzione della parete.
Auuuiaiii! Porca, porca di quella Giad...
"Oh, perdonami, Gorg" esclamò il vecchio. "Tutto bene?"

Capitoli successivi

*Sebbene poco conosciuta e spesso trascurata in favore di altre tecniche quali la crocifissione, l'affissione/recisione di membra o la muratura, la morte per spiaccicamento permette di ottenere un cadavere perfettamente appiattito, igienicamente a norma e idoneo a qualsiasi tipo di sepoltura. Il nostro Istituto fornisce professionisti in grado di realizzare questa tecnica in assoluta sicurezza, tramite macchinari specializzati che comprimono gradualmente il corpo del figlio di Satana, mostro o professore prescelto assicurando un trapasso altamente drammatico e funesto. Chi desidera attuare il trattamento nella comodità di casa propria può avvalersi del pratico servizio di rilascio liberatorie, che consentirà di eseguire le tecniche anche senza l'ausilio di un incaricato.
Occasionalmente, la pressione graduale può causare inedia e un conseguente grigiore. Per combatterlo esteticamente, è possibile prenotare una consulenza gratuita con gli esperti di bellezza del nostro entourage, che da sempre si avvalgono di prodotti interamente naturali e strumenti professionistici quali catarro e vere unghie umane (100% indian). Per maggiori informazioni e preventivi si consiglia di visitare il sito www.IstitutoperlaDiffusionedelleTecnichediMorte.org, consultando le voci "Perfezionamento Cadaveri" e "Quanto cazzo potrà mai costare".
Avviso a cura di IDITEM-Istituto per la Diffusione delle Tecniche di Morte
Via delle Fiaccole 30, 5000100 Oxford.

lunedì 29 aprile 2013

Fancy Fiction #1: UNA RELAZIONE...

Non so voi, ma aprile è un mese particolarmente infruttuoso per le tasche della sottoscritta, la quale si ostina a scegliere (e più volentieri a farsi scegliere) portafogli di dimensioni e capienza pari al cranio di Carlo Verdone, il quale finish lucido, unito a sfarzosi dettagli fucsia, tradisce una fallace opulenza. Già.
Se in questo momento vi state chiedendo che cosa abbia un finish lucido tra il mio portafogli e il cranio di Carlo Verdone, sappiate che nemmeno io lo sapevo finchè non ho aggiunto la cosa dei dettagli fucsia. Come ben dedurrete, a differenza del mio lussuoso ma semivuoto portaspiccioli, la capoccia del nostro Carlo è ben stipata di denaro sonante così come le più oscure profondità del suo santo deretano. Immagino che ciò eserciti una certa attrattiva su quella parte di universo femminile che considera il potere un sottogruppo del fascino. 
Nei recessi di quell'universo, ovviamente, c'è anche Claire.

FF #1: UNA RELAZIONE PERICOLOSA
CAPITOLO UNO: STUPIDO LIBRO!
Non c'è niente di meglio di una pennellata di colore per ravvivare una parete e risollevare il morale, le aveva detto il commesso dell'Emporio Superstucco. Quasi stentava a crederci: ben due anni di incondizionata fedeltà e al primo, involontario sfogo isterico lui l'aveva mandata a casa con in mano un barattolo di vernice viola. All'uscita, una vecchina aveva tentato di rincuorarla porgendole un fazzoletto di stoffa con dentro una cosetta tutta secca che aveva la tipica aria di chi è passato dalla vita alla morte tramite un lento e doloroso processo. Claire se ne era accorta un istante dopo avervi soffiato dentro, era inorridita e poi, squittendo, lo aveva lasciato cadere. Nel frattempo la vecchia, il cui stupore era mutato in un'espressione accigliata, si era allontanata provando un improvviso e inspiegabile interesse verso un bidone della spazzatura.

Casa, dolce casa. Il silenzio in quattro mura stanche. Lo si poteva sentire avvolgersi al volto, lisciare i capelli e scendere fino alle dita dei piedi ogni volta che, nude, si posavano sulle piastrelle prima di incontrare le lenzuola fresche. Una carezza talmente dolce da trasformare i singhiozzi in un pianto soave e disteso. Ogni sera, Claire liberava il cuore su un cuscino che non sembrava mai asciugarsi, mentre con la mente precipitava, si rigirava, si perdeva in un abisso di ricordi affilati senza mai riemergere. Dio solo sa quanto avesse pregato di poter chiudere gli occhi senza che quel volto le apparisse, ma non poteva evitare di rimanere soggiogata e stupidamente ferita da quel ricordo, un uomo con le labbra arrotondate in un secco "no".


"No, Claire. L'anello ... non devi metterlo mai".

Oh, Gandalf. Perché se ne era dovuto andare? E perché caspita si era portato via il suo anello di fidanzamento, ventiquattro maledetti carati con tanto di incisione in arabo?
Richiuse gli occhi e cercò di addormentarsi. A dispetto di ciò che le aveva detto il commesso, ripensare al buffo incidente avvenuto quella mattina di fronte all'Emporio le tirò decisamente su il morale.

All'angolo della strada, un bidone della spazzatura discuteva animatamente con una signora sull'ottantina.
"Sei pazza?! Dovevi farglielo portare a casa, non certo imbrattare come uno straccio da latrina!". La voce si fece più acuta e lagnosa. "Il mio Gorg, che fine indegna gli hai fatto fare! Ucciso da un...". ebbe un attimo di esitazione, per poi esplodere in un impeto di rabbia: "...d-da un grumo di muco!".
"Su questo punto temo di doverti contraddire, Carlo caro". La vecchia era seduta su uno sgabello di plastica piuttosto minuto, appartenente al reparto ristorazione dell'Emporio Superstucco. Sul piccolo schienale si intravedevano un adesivo rosa malva, recante una scritta sbiadita, e una minuscola impronta di sugo.
"Che intendi dire, vecchia?!" crepitò la voce, stizzita.
Lei estrasse un tomo dalla borsa. "Il fazzoletto era tutto a grinze, avevo pensato di tenerlo in bella piega..." sospirò rassegnata "... all'interno di questo libro."
Il bidone spalancò gli occhi, facendo sobbalzare il coperchio. "Ma quello... quello è il Sabatini-Coletti!"
"Esattamente"
La voce riemerse da un attimo di interdizione. "Tu...t-tu dici che è il motivo per cui lui è così..."
"Spiaccicato. Sì." terminò la vecchia, i cui pollici ed indici adesso erano meticolosamente serrati ai lembi esterni di un fazzoletto con su attaccata, dietro a una discreta quantità di moccio, la sagoma accartocciata di un piccolo essere semitrasparente.
Il coperchio si sollevò in aria, spinto in alto dal vapore grigiastro di un ennesimo accesso d'ira. "Come hai potuto farti venire un'idea così scema! Oh, i miei piani potevano già essere sul punto di realizzarsi, il piccolo Gorg si sarebbe infilato come un lampo nella manica di quella sciocca appena prima che ella aprisse il fazzoletto, e una volta perlustrato il suo corpo avrebbe perlustrato la sua casa, trovando l'anello e portandocelo! Ah, ma non ha potuto, non ha potuto farlo, perché tu, senza accorgertene...". Una figura scura e robusta si levò dal contenitore argenteo, lanciando fiamme dagli occhietti rossi. "Tu lo hai essiccato all'interno di uno stupido libro!"
"Non sapevo niente di Gorg" si giustificò la donna. Quel Carlo aveva il brutto vizio di non spiegare mai le cose. Da quando lui e il suo ex-mostriciattolo si erano stabiliti a casa sua non facevano altro che spadroneggiare e benchè non ne andasse fiera, al momento si sentiva felice di aver accidentalmente fatto fuori uno dei due. Si alzò impettita con tutta l'intenzione di andarsene, quando Carlo le balzò accanto, avvicinando gli occhi allo schienale del piccolo sgabello Superstucco. "Che cosa vedo qui? Su questo sgabello c'è scritto Claire!"
Eugenia era più portata a credere che l'uomo stesse cedendo i suoi ultimi atomi di lucidità ad un galoppante disturbo ossessivo, ciononostante i suoi occhi si posarono incuriositi sul grazioso adesivo rosa.

Continua QUI (è bene che lo sappiate). 
Claire

venerdì 12 aprile 2013

SONO STATE LE SPICE


Spice Girls. Chi non le ricorda? Gli idoli di noi teenager della 90's generation, e di coloro che ancora dovevano diventarlo. Fu sotto il loro magico influsso che riuscii ad ottenere i miei primi ed unici zatteroni in gomma, nonchè a disegnare i capezzoli a Barbie Principessa delle Fiabe, in cui "Fiabe", visti i risultati, avrebbe potuto benissimo scambiarsi con il nome di un legume.

Care ragazze innocenti, sono state le Spice a deviarci.
Non che ci sia qualcosa che non va, almeno per quanto riguarda me, ma nell'ottica in cui si stabilisce una retta via universale, tendenza non poco comune a questo mondo, allora temo che a deviarci da essa siano state proprio le Spice, e badate bene: le Spice, i nostri idoli, non gli spettacoli del Bagaglino o le immagini porno su internet da cui tanto ci avevano messe in guardia.
La vita, si sa, è fatta di cambiamenti: così come il bruco diventa farfalla, l'uovo del supermercato una frittata e Lindsay Lohan un druido del 50 a.C., le bambine si fanno donne in un processo chiamato adolescenza e durante il quale conosceranno le diverse funzioni della propria vagina*. E' proprio qui che le Spice Girls hanno un ruolo fondamentale, prima ancora delle Veline, di Britney Spears, di Valeria Marini. Esse sono, diciamo, il ponte immaginario che collega la spensieratezza infantile alle tette della Minetti. Sono l'innocenza in codini e scarpe da ginnastica che, gradatamente e subdolamente, si ossida diventando un'allegra tutina attillata con la pretesa di coprire troppa carne per la sua estensione.

Effetti collaterali della sessualizzazione.
Che disdetta, il Girl Power ci ha sessualizzate a dieci anni o poco meno. O forse doveva accadere, perché l'istinto sessuale, a quell'età latente ma presente, è insito alla nostra natura di sacre bovine da monta**. E' pur sempre quello che siamo, uno dei motivi principali per cui ... siamo così, dolcemente complicate, emozionate, delicate e se ci trasformiamo un po', (direi che) è per la voglia di copulare. Non esattamente voglia, è più una predisposizione biologica, presente in tutte le donne in svariate percentuali, spesso manifesta nei sogni porno che molte di noi non ammettono di fare e ovviamente, razionalizzata e incorporata alla lista di quei comportamenti "tipicamente femminili" che non ci sappiamo spiegare.
In sintesi e a prescindere dagli sculettamenti di chi le accompagna in questo, arriva un momento nella vita in cui le femmine si trasformano. Tendenzialmente, in vacche. E non è affatto una banalizzazione se si considera il fatto che oltre ad essere una vacca è possibile essere tantissime altre cose quali ad esempio, che ne so, professoressa dell'Università di Firenze, ginecologa fannullona e poco accomodante di un consultorio gratuito a Pistoia Oxford, oppure attrice, astronauta, imbianchina, muratrice ... oppure un'inimitabile Claire. Come presto saprete, io amo le vacche.
*Minni, la vagina è quella specie di apertura a forma di Occhio di Sauron dalla quale escono pipì, feti e pure altre cose se sei nel giro della droga. Come vanno le cose con Topolino? Tieni duro, la vostra è una storia che vale. Ah, e un abbraccio a Zia Topolinda, ho sentito che se la spassa di questi tempi. Oh, ma certo che poi ti spiego anche che cos'è il viagra. 
**Caro Fidanzato,
ci terrei a precisare che la metafora del bovino non mi è uscita certo fuori dopo aver letto il tuo oroscopo, bensì alla fine di una lunga serie di profonde riflessioni sociali e spirituali.
Comunque il Toro dice che stasera eros da urlo. 



Un sexy bacio a tutti i bovini,

Claire xoxo

mercoledì 3 aprile 2013

LA VERITA'


 Direi che un post al mese non è male come inizio. La colpa è anche vostra, che ve ne andate a commentare da Beppe Grillo e non da me. In verità, mi aspettavo un tappeto rosso srotolato davanti all'uscio di casa già da dopo il primo post. Non essendo ciò avvenuto, purtroppo ho dovuto fare uno sforzo di fantasia per immaginarmelo, solo che poi il tappeto si è trasformato in un ballerino di lambada che, giuro, non la voleva smettere di provarci con me*.

Bottiglie di whisky a parte (si fa per dire), oggi vorrei parlarvi della verità.



Pare che sulla verità i Latini siano stati discretamente produttivi. Uno di loro scrisse di quella volta in cui Alessandro Magno, adesso oggetto di numerose barzellette sul cibo**, catturò un pirata domandandogli come mai infestasse i mari. Il pirata rispose: "Io infesto i mari così come tu infesti la terra, ma poichè io lo faccio con una piccola imbarcazione vengo chiamato ladro e predone, mentre tu, che fai lo stesso con grandi eserciti e flotte, sei chiamato comandante supremo". Ale lo lasciò andare perchè, diamine, aveva ragione.
Attraverso questo ragionamento direi che uno può spiegarsi molti fenomeni di attualità, dai ripetuti elogi al sedere di Jennifer Lopez  al grandioso successo dello smalto color merda nel quadro delle obbrobriose sciccherie per donne. 
   
In base a questo, io potrei riuscire a farmi passare per chissà quale sventola megalitica tramite la gigantografia di cui sopra (ovviamente scattatami a sorpresa da un paparazzo mentre, ignara, ero intenta a riposarmi sullo schienale di una poltrona dopo aver effettuato un complesso lavoro di manutenzione all'impianto idraulico della mia dependance), ed essere in realtà l'Orso Fungo, un particolare tipo di orso conosciuto per la sua appendice nasale a forma di fungo (in effetti non si è ancora capito se si tratti di un orso, oppure di un enorme fungo dotato di appendice a forma di orso***).
Ovviamente sapete che se tutto questo con me è solo lontanamente ipotizzabile (motivi di perfezione congenita), è invece piuttosto probabile con tipe come Megan Fox o Angelina Jolie. La verità è una, insomma, ma ha versioni differenti, e dietro a una qualsiasi delle sue facciate può nascondersi un Orso Fungo.
*Caro Fidanzato, pensaci bene prima di abbandonare la lettura perchè: 1)finora, presumibilmente, costituisci metà del mio seguito in rete; 2)il ballerino di lambada ti somigliava tantissimo; 3)nonostante la somiglianza, ho subito capito che non si trattava di te (muoveva il didietro come Ricky Martin).
**con adesso, intendo in questo blog, e già rido ancor prima di trascriverle:
   Chi fu il re macedone più mangione? Alessandro Magno!
   Qual era il piatto preferito di Alessandro Magno? La Macedonia di frutta!
   La sorella di Alessandro lo avverte che sta per pranzare: "Alessandro, MAGNO!"
Mio Dio, non credo di poter continuare con questo blog.
***Praticamente la stessa cosa che tutti penserebbero di Barbara Streisand se non fosse dimagrita e diventata una super celebrità.
xoxoxoxoxoxoxoxoxoxoxo Claire
P.S. Naturalmente continuerò con questo blog. Il titolo stesso implica che io possa dire un sacco di balordaggini come quella ingrandita senza essere presa sul serio. Quindi non preoccuparti, Nonna, e non preoccuparti, Fidanzato.

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